Pubblicato da Sara Garofalo il 10 Giugno 2022

UN ESEMPIO DI ULTRATTIVITA’

Sono un commercialista e all’interno del mio studio mi occupo di Visto di conformità.
Vi state chiedendo che cos’è il Visto di conformità? Cerco di spiegarlo in poche parole. In sostanza è uno strumento fornito ai soggetti abilitati dall’Agenzia delle Entrate che serve a verificare la corretta applicazione delle norme tributarie da parte del contribuente. Il soggetto abilitato che appone il Visto di conformità deve predisporre la dichiarazione fiscale del contribuente, attestare di aver effettuato tutti i controlli richiesti e trasmettere la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate. Per poter svolgere questa attività sono tenuto a rispettare requisiti imposti dalla normativa di settore: devo essere un commercialista o un esperto contabile o un consulente del lavoro, devo essere iscritto all’apposito elenco predisposto dall’Agenzia delle Entrate e per questo devo avere una polizza di RC Professionale a copertura di questa specifica attività. La polizza deve avere determinati requisiti: un massimale di € 3.000.000, nessuna franchigia a carico del terzo danneggiato e un periodo di ultrattività di 5 anni.
Qualche anno fa un mio cliente ha subito un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate e ci sono stati problemi relativi all’apposizione del Visto di conformità. Sembra che ho apposto un Visto a certificazione di un credito ma quel credito non spettava al mio cliente. L’Agenzia delle Entrate quindi ha chiesto al mio cliente il rimborso del credito indebitamente goduto insieme a sanzioni ed interessi relativi. Certo quando è arrivata la comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate il mio cliente non era molto contento…. mi ha chiamato e ha urlato talmente forte che anche il mio collega di studio lo ha sentito! Ovviamente mi ha chiesto di provvedere io al pagamento di quanto richiesto dall’Agenzia delle Entrate. Certo posso capirlo, € 30.000 così di punto in bianco non sono mica pochi! Ovviamente ho contattato la mia Compagnia assicurativa e ho chiesto l’apertura del sinistro.
Su quale polizza hanno aperto il sinistro? Beh è ovvio! Il Visto di conformità l’ho apposto nel 2017 quindi ho dovuto aprire il sinistro sulla polizza che era in corso in quel momento. Sono passati alcuni anni e la polizza nel frattempo è scaduta ma la normativa è molto chiara, come detto la polizza assicurativa deve prevedere un periodo di ultrattività di 5 anni, e le condizioni contrattuali dicono chiaramente:
“E’ condizione di validità che i fatti imputabili all’assicurato siano stati commessi successivamente alla data di decorrenza della presente polizza e siano denunciati, osservando i termini di denuncia previsti dal contratto, entro 5 anni dalla cessazione del contratto, indipendentemente dalla causa che ha determinato la cessazione del rapporto assicurativo.”
Bene, quindi ho inviato tutta la documentazione a mia disposizione all’Ufficio sinistri e loro si sono occupati della pratica. Sono stati molto carini: gentili, educati, puntuali, precisi, un sacco di domande ma del resto è capibile questi mica sono commercialisti! Bisogna spiegargli tutto, loro guardano solo le condizioni contrattuali e quelle clausole….. alla fine dopo numerosi scambi di corrispondenza siamo arrivati al dunque, il sinistro è coperto? Hanno pagato il danno che ho provocato? Eh…questo è il punto dolente…. Perché alla fine, mi sono dimenticato di dirlo all’inizio del mio racconto, è venuto fuori che il contribuente che mi ha chiesto il risarcimento del danno è mia moglie! Si proprio lei! Che coraggio….chi se lo sarebbe aspettato con tutto quello che abbiamo condiviso e che ho fatto per lei…..
Perché la Compagnia assicurativa non ha pagato il sinistro? Alla fine mia moglie non è considerata terzo a termini di polizza, così mi ha detto la signora tanto gentile dell’ufficio sinistri! Ma insomma io il giorno del matrimonio non ero neanche tanto sobrio….
Comunque una cosa l’ho imparata da questa esperienza: non sono più il commercialista di mia moglie!

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